Urbania nell’anno di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine

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In occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe  come Patrono della Chiesa universale, Papa Francesco ha indetto l’«Anno di San Giuseppe» con la Lettera Apostolica “Patris corde”  per ricordarci che  San Giuseppe ha amato Gesù “con cuore di padre” (8 dicembre 2020, solennità dell’Immacolata Concezione).

In tutta la chiesa si stanno programmando iniziative pastorali e liturgiche per onorare ed invocare il Suo patrocinio. La nostra comunità parrocchiale non vuol essere da meno, anche perché questo grande Santo ha rappresentato un punto di riferimento per i nostri poveri, per i nostri lavoratori, per i disoccupasi, per gli ammalati, per gli orfani e gli emarginati da avere messo sotto la sua protezione alcune nostre istituzioni: vedi la storia del nostro Orfanotrofio San Giuseppe,  che per anni – e in tempi difficili – ha svolto una funzione di nobile e profonda umanità nell’attuale Palazzo Boscarini; vedi l’Ospedale Civile di Urbania, che era e che rimane  ancora oggi (con l’Asur)  a lui dedicato; ma vedi anche l’altare eretto in suo onore nel nostro Duomo, punto di riferimento della Compagnia degli Agonizzanti (1600) con una statua lignea ottocentesca donata dall’Associazione dei falegnami di Urbania, collocata al posto della tela del Transito di Giuseppe Cesari (1568-1640), detto Cavalier d’Arpino,  oggi in sacrestia.

In relazione al grande Santo, il Bollettino Diocesano del 1919 della diocesi di Urbania, riporta un’indimenticabile recensione storica sull’Abbazia – Cattedrale  di   Urbania, in cui si legge che  nel corso del secolo del 1600 il Duomo aveva undici altari, tra cui quello dedicato a San Giuseppe, fondato dall’urbaniese famiglia Gatti e passato  poi alla famiglia Tacchi, che ebbe il merito di averlo arricchito  dando vita alla compagnia degli agonizzanti (o del Suffragio) approvata dal vescovo  Mons. Pietro Barugi  (1686-1708), che per questa istituzione volle addirittura essere sepolto davanti all’altare di san Giuseppe con queste parole  “Hic expecto donec veniat immutatio mea. Petrus Barusius (sono qui in attesa della mia resurrezione). A conferma di ciò, al lato destro di chi entra nella Cattedrale, più precisamente sulla parete a fianco dell’altare di san Giuseppe, c’è la seguente lapide commemorativa con lettere dorate:

D.O.M.
PETRO AUGUSTINO BARUSIO – PATRITIO FULG.
URBAN. ET S. ANGELI IN VADO EPISCOPO
DIVINI HUMANIQUE JURIS ORACOLO
QUARTO LUSTRO EPISC. SEDIS NON COMPLETO
SODALITIO HOC PIAE MORTIS EXCIT.
NONNULLISQUE REDDITIBUS AUCTO
IMMUNIT. ECCLES. STRENUO DEFENS. OVIUM SUARUM AMANTISS.
CONFECTO LABORE E VIVIS EREPTO COELOQUE REDDITO
III KAL. JUN. MDCCVIII

Ne do una traduzione: A gloria di «Dio Ottimo Massimo» viene eretta questa lapide commemorativa in onore del nobile Pietro Agostino Barusio di Foligno, che, per divina ed umana provvidenza, divenne quarto luminoso vescovo di Urbania e di Sant’Angelo in Vado, fondatore del sodalizio degli agonizzanti, tenace difensore della chiesa e premurosissimo dei suoi fedeli con lo svolgimento del suo fecondo ministero e con la sua vita di santità. Nel giorno della morte avvenuta il 3 giugno 1708.

Giuseppe Mangani
(Continua)

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