Urbania nell’anno di San Giuseppe Sposo di Maria Vergine (1)

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Prima riflessione 

Perché tanta venerazione verso questo Santo?

1. Perché san Giuseppe è il papà putativo di Gesù ed è lo sposo fedele di Maria: insieme formano la Sacra Famiglia di Nazareth, dove Gesù è cresciuto ed è stato educato.

2. Perché il padre putativo di Gesù è di conseguenza anche padre della Chiesa, di cui Gesù è Capo e noi le membra. Quindi questo grande Santo non può che essere anche per noi uno “speciale padre”, che ci segue con  grande “cuore” come ha fatto per Gesù. 

D’altra parte la vicenda di Giuseppe è unica nella storia della salvezza. Solo lui, tra i Santi,  lo possiamo chiamare “padre della Chiesa”, perché é lui ’uomo della stirpe di Davide.  La vita nascosta di Gesù è cresciuta nel cuore della storia di Giuseppe e di Maria.  Quella  é la storia della Sacra Famiglia come luogo dell’amore e come  prima chiesa domestica.

Ecco perché, partico1artmente in quest’anno, ogni giorno,  nel Duomo di Urbania,  quando passo davanti al suo altare,  vedo candele accese  e l’altare sempre ben  illuminato ed adornato con bei fiori freschi: è la fede dei nostri fedeli concittadini che si esprime con profonda venerazione e fiducia verso questo Santo. È una fede ben consolidata nella secolare nostra tradizione religiosa, tra la nostra gente e tra  le tante nostre famiglie. È una fede che dobbiamo ammirare e continuare a  coltivare.

Non solo, ma nel Duomo, dall’inizio dell’anno in corso 2021, dopo il Rosario viene sempre recitata  ogni sera la preghiera  “A te, o beato Giuseppe” di Leone XIII per affrontare questo nostro tempo calamitoso,  non molto diverso per certi versi dai tempi passati, per il fatto che si continua a vedere  il  “perire in moltissimi la fede, che è il principio di tutte le virtù cristiane …” e si nota sempre piùquel “raffreddarsi della carità e il degradarsi della  gioventù  nei costumi e nelle idee” (Cf. “ Quamquam pluries”, Lettera Enciclica su San Giuseppe di Leone XIII –  15 agosto 1889).

Quindi si addicono anche per oggi quelle imploranti invocazioni rivolte a San Giuseppe: “ sovvieni alle nostre necessità … difendi la santa Chiesa dalle insidie del diavolo … stendi su ciascuno di noi il tuo patrocinio”.

D’altra parte non dimentichiamo che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le angosce e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo …”. Ce lo dice  il Concilio Vaticano II,  che così continua: “L’uomo non è tormentato  solo dalla sofferenza e dalla decadenza progressiva del corpo, ma anche, ed anzi, più ancora, dal timore di una distruzione definitiva”  (GS 1 e  18).

Contemplare la vita san Giuseppe che ha seguito fedelmente Cristo, è un forte motivo  che ci spinge a ricercare la Città futura (cf. Eb 13,14 e 11,10). Noi non veneriamo la sua memoria  soltanto come esempio di vita, ma anche perché l’unione della Chiesa  nello spirito di san Giuseppe viene in noi consolidata per la sua bontà ed autentica paternità (cf. Ef 4,1-6). Infatti, come la cristiana comunione tra cristiani  della terra ci porta più vicini a Cristo, così la nostra comunione  con i santi, in particolare con san Giuseppe,  ci congiunge a Lui, a Gesù Figlio di Dio,  dal quale, come fonte del Capo, promana ogni grazia e vita  in noi che misteriosamente formiamo il vero popolo di Dio  (LG, 50 e Mistici Corporis, 35).

Giuseppe Mangani
(Continua 2)

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